Introduzione: la sinfonia dell'invisibile
Tutto l'universo è vibrazione. Dalla danza dei pianeti fino alla latenza del corpo, viviamo immersi in un mare di frequenze che spesso passano inosservate. Il nostro corpo, a parte essere un semplice contenitore fisico, è uno strumento sensibile, frutto di milioni di anni di evoluzione, capace di risuonare con suoni, emozioni e stati di coscienza.
In questo contesto, l'incontro tra suono e cannabis non è casuale né moderno. Si tratta di un'unione ancestrale, profondamente spirituale, che permette al servo umano di registrare la sua capacità di sentire, di aprire, di espandersi. Quando il corpo smette di essere una macchina e si trasforma in strumento, il viaggio verso la coscienza diventa inevitabile.
Il corpo come tamburo primitivo
Antes de existir la palabra, estaba il ritmo. I nostri antenati non avevano bisogno di un linguaggio per esprimere dolore, allegria o preoccupazione. Lo facevano con il corpo: golpeando il pecho, danzando al di là del fuoco, emettendo suoni gutturali che si sprigionavano dal ventre. Il corpo era tamburo, era eco, era canale.
Oggi, nella modernità razionale e accelerata, abbiamo dimenticato questo linguaggio. Ma non è ancora perduta: vive latente, in attesa di essere recuperata. La musica medicinale, i suoni vibrazionali e l'uso cosciente della cannabis possono aiutare a liberare questa memoria corporea profonda. Non si tratta di "usare" il corpo, ma di scutarlo, di permettere che vibri con tutto ciò che lo abita.
Cannabis: una porta verso la sensibilità espansa
Quando si consuma con respeto e propósito, la cannabis ci ricongiunge con il corpo da un punto di vista completamente diverso. Non si tratta di adornarlo, ma di scoprire i suoi sensi più sani. Ogni cellula diventa ricettiva. La pelle ascolta. I muscoli rispondono. Il sistema nervoso si apre.
In questo stato di apertura sensoriale, i suoni non si sentono solo con gli occhi, ma anche con la pelle, gli occhi, la respirazione. L'esperienza diventa sinestetica: i colori si accendono, i suoni si sentono, le emozioni si attenuano. È come se il corpo interno si trasformasse in un'orchestrina, risuonando al contempo di suoni che, in precedenza, erano stati ignorati.
El viaje vibracional: del ruido al silencio sagrado
Una sessione di suono con accompagnamento di cannabis non è un concerto. È un rituale. L'obiettivo non è intrattenere, ma entrare. Entrare in se stessi, nel flusso energetico, nella coscienza del presente. All'inizio, il corpo può resistere: la mente inquieta, i pensieri dispersi, le tensioni. Ma poco a poco, con ogni vibrazione, con ogni inspirazione, qualcosa cambia.
Il corpo inizia a sciogliersi. Le difese vengono meno. Le emozioni iniziano a muoversi. E arriva un momento -magico, inefabile- in cui tutto scompare. Rimane solo il suono. E il suono non è fuori, ma dentro. Vibra nel pene, nell'addome, nelle mani. Quindi comprendiamo: il corpo non ascolta il suono... il corpo è il suono.
Movimenti spontanei, liberazione energetica
Quando il corpo si trasforma in strumento, inizia a muoversi in modo naturale. Non c'è coreografia, non c'è controllo. Solo impulso vitale. Alcune persone sentono la necessità di muoversi, altre si muovono, altre ancora danzano senza una ragione precisa. Non si tratta di una reazione "extra", ma di un linguaggio antico che reagisce.
La vibrazione sonora, amplificata dalla sensibilità che si ha con la cannabis, libera i blocchi fisiologici, emotivi ed energetici. È comune che appaiano lágrimas senza motivo, risas súbitas o recuerdos olvidados. Il corpo parla. L'energia fluttua. Il rimprovero viene espresso. L'incoerente diventa consapevole.
Il corpo come puente tra il visibile e l'invisibile
Il corpo, che molto spesso viene trattato come un semplice oggetto, è in realtà un puente sagrado. È in contatto con la terra, ma anche con lo spirito. Attraverso di lui ci sentiamo, ci relazioniamo, ci creiamo, ci saniamo. Se ci permettiamo di trasformarlo in un canale di suono e di coscienza, il viaggio diventa trascendentale.
Non è necessario "capire" quello che succede. A volte, lo strumento più salutare è quello che non si può spiegare. Una vibrazione che percorre la colonna, un'immagine che appare nella mente, una sensazione di unità con il tutto. Queste esperienze, al di là dell'essere allucinazioni, sono forme diverse di percepire la realtà: più ampie, più profonde, più umane.
Rituale di ascolto corporale: proposta pratica
Per chi desidera esplorare questa esperienza in modo sicuro e trasformante, ecco una proposta di rituale vibrazionale:
- Preparare lo spazio: cerca un posto comodo, silenzioso e protetto. Coloca almohadas, una manta, una vela. Crea un ambiente intimo e tranquillo.
- Definisci la tua intenzionePrima di consumare cannabis, siate silenziosi. Pregustare ciò di cui si ha bisogno in questo momento. Sentire? Capire? Sanare?
- Scegliete la musica adatta a voiCuencos tibetanos, gong, tambores chamánicos, sonidos solfeggio, canto armónico... la clave es que el sonido sea vibracional, sin letra.
- Connessione con la piantaconsuma la cannabis in forma rituale. Accogliete la vostra presenza. Senti come entra in te. Osserva cosa cambia.
- Permette che il corpo parli: acuéstate o siéntate cómodamente. Fate in modo che la musica vi accompagni. Se il corpo vuole muoversi, permettetelo. Se ha bisogno di rallentare o riprendere, lo faccia.
- Cierra con gratitudAlla fine, guardate un minuto di silenzio. Poi scrivete in un quaderno ciò che avete vissuto. Ringrazia il corpo, il suono, la pianta.
Conclusione: somos vibración, somos conciencia
Quando comprendiamo che non siamo solo pensieri, ma anche ritmo, suono e vibrazione, qualcosa si trasforma nella nostra forma di vita. Il corpo si trasforma in un oggetto da portare in giro per il mondo e diventa il nostro tempio, il nostro tamburo sacro, la nostra antenna spirituale.
Cannabis e sonido, insieme, ci invitano ad abitare questo corpo con presenza, con ternura, con apertura. Ci ricordiamo che ogni culla vibra, che ogni emissione ha una frequenza, che ogni silenzio è una porta. In questo viaggio, non abbiamo bisogno di arrivare in nessun luogo. Solo ascoltare lo strumento che siamo... e ascoltare.